Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l'archer
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.

giovedì 18 ottobre 2007

Severe brain damages.



Personalmente, considero gli individui come battelli ebbri in balia della corrente della vita che gettano o cercano di gettare gli uni verso gli altri delle gomene.

Indubbiamente più ci si collega, maggiore è l’attrito che si può opporre al flusso.

La lunghezza e la dimensione del canapo (sorry, di cosa credevate stessi parlando? :P) è ovviamente decisa da ambo le parti, così come la distanza che si vuole lasciare tra le imbarcazioni stesse.

Spesso però, specialmente quando le barche sono molto vicine, si può essere vittime di distorsioni ottiche, perché è come se ogni scafo avesse a bordo uno specchio che consapevolmente o inconsapevolmente può essere diretto verso gli occhi dell’altro.

Questa sorta di accecamento, ci porta a sopravvalutare lunghezza, dimensione e distanza del cavo ed allora si inizia a parlare di cose senza senso tipo “ammmore” o “amicizia” e si arriva addirittura a pensare che i due scafi possano coesistere nel medesimo spazio o, quantomeno, ridurre lo spazio al minimo e, btw, tutto questo FOREVER and EVER.

Poi il cavo si logora o si spezza a causa di una tempesta, oppure viene reciso ad arte o anche sbadatamente dal capitano dell’altro battello e si fa la fine del pollo induttivista di Russell, il quale spera di ricevere cibo dalla persona che gliene porge ogni giorno.

Sorry bello, oggi ti tirano il collo.

Preferisco la stronza consapevolezza di chi recide la fune all’improvviso di chi lo fa così, sbadatamente, senza calcolare le conseguenze e l’impatto che la propria azione può avere sulla vita altrui.

D’altronde ho sempre preferito la cattiveria intelligente alla sciocca bontà.

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